La leggerezza del corpo e della mente

Immagina come ti sentiresti potendo fare tutto quello che fai quotidianamente senza avvertire il peso della responsabilità e delle costrizioni che ci siamo imposti. Il nostro potere è incredibilmente infinito e solo noi conosciamo la formula per utilizzarlo al meglio; te la ricordi vero?

Solo tu puoi decidere la rotta

Assumersi la responsabilità del proprio benessere non è facile ma neanche impossibile; agisci ORA e ti accorgerai che il tuo potere è limitato solo da quello che tu credi.

C'è sempre un faro ad indicarci dove siamo

I viaggiatori del passato hanno percorso l'ignoto per raggiunge nuovi luoghi; tutti noi siamo viaggiatori e abbiamo l'occasione di navigare su rotte conosciute o concederci di tralasciare le acque che crediamo sicure per cercare ciò che percepiamo senza riuscire a vedere. Apri gli occhi,ti accorgerai che il faro è sempre acceso, basta cogliere il suo bagliore.

La pace comincia da me

Fluire con gli eventi, assecondarli senza contrastarli, questo è il segreto dell'equilibrio

Spirito e corpo

Immagina di essere un'aquila e di librarti libero nel cielo con la consapevolezza di poterti avvalere di ogni alito di vento per decidere cosa fare e dove andare. Adesso hai la possibilità di divenire quell'aquila, dipende solo da te. Dove sarà il tuo spirito sarà il tuo corpo.

giovedì 18 dicembre 2014

Piante officinali: spirea ulmaria

Spirea ulmaria.

Filipendul ulmaria – parti usate: fiori e parti aeree

Proprietà: questa pianta appartiene alla famiglia delle Rosacee e cresce nei luoghi umidi in Europa e in America del nord. I fiori e le parti aeree, raccolte durante la fioritura, contengono un olio essenziale ricco di derivati dell’acido salicilico che viene liberato nell’organismo come tale. Inoltre contengono flavonoidi e vitamina C. tutte queste sostanze svolgono un’azione antinfiammatoria, aiutando a contrastare le situazioni che implicano la presenza di un’infiammazione. L’acido salicilico ha anche un notevole effetto uricosurico: facilita cioè l’eliminazione dell’acido urico  dal sangue.


Utilizzi principali: malattie da raffreddamento e influenzali, febbre, iperuricemia e gotta.

Piante officinali: ortosifon

Ortosifon.

Ortosi phon stamineus – parti usate: foglie e sommità

Proprietà: dalle foglie e dalle sommità di questa pianta, nota per la sua azione diuretica e depurativa, si ricava l’estratto secco nebulizzato e titolato in composti fenolici totali. L’azione diuretica è dovuta primariamente all’inibizione del riassorbimento dell’acqua, del sodio e del cloro, ma anche ad una diminuzione della ritenzione di liquidi nei tessuti, che è appunto uno dei fattori che condizionano la escrezione urinari. L’ortosifon aumenta l’eliminazione renale dell’acqua, ma anche dell’urea, dei cloruri e dell’acido urico e svolge un’azione stimolante sulla produzione biliare. Tende ad alcalinizzare il ph dell’urina.

Associazioni consigliate:
alga marina, tè verde, glucomannano, chitosano, betulle e guaranà nel trattamento di sovrappeso, e obesità con ritenzione di liquidi.

Possibili effetti indesiderati: non somministrare nelle ore serali per non fare urinare il soggetto durante la notte.


Utilizzi principali: ritenzione idrica di qualsiasi origine, particolarmente in corso di dieta dimagrante; cellulite.

Piante officinali: equiseto

Equiseto

Equisetum arvense – parti usate: cauli

Proprietà: dal fusto dell’equiseto si ricava l’estratto secco nebulizzato e ricco in silicio, principalmente presente sotto forma di opalina. Abbondanti sono i flavonoidi e i minerali. L’equiseto è noto per la sua azione rimineralizzante. Il silicio interviene, infatti insieme a calcio, fosforo, fluoro, magnesio e boro nel processo di calcificazione delle ossa. Possiede inoltre una discreta azione diuretica dovuta a riduzione del riassorbimento tubolare di acqua, sodio e cloro.

Possibili effetti indesiderati: a dosi elevate e per lunghi periodi può provocare iperpotassiemia, particolarmente in pazienti con insufficienza renale o in terapia con sali di potassio o diuretici risparmiatori di potassio.

Avvertenze d’uso: è sconsigliato in gravidanza e durante l’allattamento.

Utilizzi principali: favorire la diuresi, remineralizzante (rachitismo, osteoporosi, fratture).



Piante officinali: cartilagine di squalo

Cartilagine di squalo

Parti usate: scheletro degli squali

Proprietà: deriva dallo scheletro degli squali – interamente costituito da cartilagine – e viene titolata in condroitinsolfato. Può risultare utile per ripristinare la funzionalità delle articolazioni, ostacondando il danneggiamento della cartilagine articolare. Per ottenere il miglior beneficio va presa per lunghi periodi di tempo.

Associazioni consigliate:
Artiglio del diavolo e Boswellia: in tutte le affezioni articolari di natura infiammatoria caratterizzate dalla presenza di dolore


Utilizzi principali: problemi articolari di natura degenerativa o infiammatoria.

Piante officinali: Calcio

Calcio

Proprietà: in natura il calcio si trova nel latte, nella soia, negli ortaggi verdi e in alcune alghe (lithothamnium calcareum), che costituiscono una fonte particolarmente disponibile. È un elemento strutturale che si trova quasi totalmente nelle ossa, e partecipa come cofattore nell’attività di alcuni enzimi che intervengono in processi essenziali riguardanti la contrazione sia muscolare che cardiaca e la coagulazione del sangue.

Associazioni consigliate:

Olio di fegato di merluzzo ed Equiseto: in caso di osteoporosi
Magnesio: periodo di allattamento
Possibili effetti indesiderati: raramente si osservano lievi disturbi gastrointestinali o allergie.

Avvertenze d’uso: i Sali di calcio non devono essere assunti contemporaneamente a citrati, carbonati solubili, bicarbonato, fosfati, tartrati, solfati e alcuni antibiotici. Cautela nei casi di insufficienza renale e nei cardiopatici. In gravidanza è da somministrare con cautela, solo se effettivamente necessario e sotto controllo medico.


Utilizzi principali: osteoporosi e menopausa.

Piante officinali: boswellia

Boswellia

Boswellia serrata – parti usate: resina titolata in acidi boswellici

Proprietà: gli acidi boswellici svolgono un’inibizione selettiva su alcune sostanze che favoriscono i processi infiammatori, esercitando un effetto antinfiammatorio particolarmente valido in caso di dolori e infiammazioni articolari.
Associazioni consigliate:
Artiglio del diavolo e cartilagine di squalo: trattamento delle malattie artroreumatiche e della piccola traumatologia;
Partenio: cefalea;
Agnocasto: dismenorrea e sindrome premestruale

Possibili effetti indesiderati: in rari casi può provocare dolori addominali con diarrea, reversibili con la sospensione del trattamento.


Utilizzi principali: dolori e infiammazioni articolari, come antinfiammatorio e antidolorifico.

Piante officinali: artiglio del diavolo

Artiglio del diavolo

Harpagophytum procumbens – parti usate: radice

Proprietà: dalle radici dell’artiglio del diavolo si ricava l’estratto secco titolato in arpagoside. Questa pianta possiede una notevole azione antinfiammatoria e antidolorifica, perché ostacola sia la sintesi sia la liberazione di numerosi metaboliti che favoriscono i processi infiammatori. Numerosi studi clinici hanno  dimostrato la sua efficacia anche nell’uomo.

Associazioni consigliate: con boswellia e cartilagine di squalo nel trattamento dell’artrosi e della piccola traumatologia.

Possibili effetti indesiderati: può causare dolori di stomaco con nausea, particolarmente in soggetti con gastrite acuta e/o ulcera peptica. In alcuni rari casi può provocare dolori addominali con diarrea. Se ne consiglia l’assunzione a stomaco pieno.

Avvertenze d’uso: non somministrare nel bambino al di sotto dei 12 anni, in gravidanza e durante l’allattamento.



Utilizzi principali: malattie artoreumatiche, piccola traumatologia sportiva

Piante officinali: ossa e articolazioni

Articolazioni e ossa

Principali rimedi officinali:

Artrite  : artiglio del diavoloboswellia

Artrosi: artiglio del diavolocartilagine di squalo

Decalcificazione ossea: equisetocalcio

Distorsione: boswelliaartiglio del diavolo

Dolori muscolari: artiglio del diavoloboswellia

Mal di schiena: artiglio del diavolocartilagine di squalo

Osteoporosi: equisetocalcio

Piccoli traumi: boswelliaspirea ulmaria

Tendinite: boswelliaartiglio del diavolo


Uricemia elevata: spirea ulmaria - ortosifon


Informazioni a cura della "Società italiana di medicina naturale"

lunedì 6 ottobre 2014

Integratori alimentari: vitamina B12

Vitamina  B 12
La vitamina B12 , o cobalamina, è una vitamina del gruppo B e si caratterizza per la presenza dello ione metallico “cobalto”. Fu isolata e identificata nel 1948 come fattore nutrizionale necessario al fegato, in grado di prevenire l’anemia perniciosa, una forma di anemia caratterizzata dalla presenza di globuli rossi grandi, immaturi. La vitamina B12 assume infatti un ruolo importante nei processi che portano alla formazione dei globuli rossi, dell’emoglobina e del midollo osseo. Insieme all’acido folico, prende parte a numerosi processi nell’organismo, tra i quali la funzione immunitaria, la sintesi del DNA e la formazione della guaina mielinica, rivestimento delle fibre nervose, necessario alla trasmissione degli impulsi nervosi.
La vitamina B12 si rivela utile nel metabolismo delle proteine, dei grassi e dei carboidrati, trasformandoli in energia. Per questa ragione viene definita come “vitamina energizzante”, utile in soggetti carenti, stressati, stanchi e convalescenti. La cobalamina è coinvolta, insieme all’acido folico (vitamina B9) e alla piridossina (vitamina B6) nel metabolismo dell’omocisteina, fattore chiave nello sviluppo di arterosclerosi, osteoporosi e disturbi cardiovascolari. Elevati livelli di omocisteina possono infatti promuovere lo “stress ossidativo” a carico del colesterolo LDL con possibili effetti sul sistema cardiocircolatorio. Le vitamina B12, B9 e B6 si rivelano perciò necessarie per metabolizzare l’omocisteina e trasformarla in composti non dannosi (metionina). In donne che fanno uso di contraccettivi orali, è stato per esempio evidenziato una carenza di vitamina B12, legata a elevati livelli di omocisteina e a una maggiore richiesta di acido folico (vitamina B9) e di piridossina (vitamina B6).
L’assorbimento della vitamina B12 dall’esterno, richiede da un lato un normale funzionamento dell’intestino tenue, del fegato e del pancreas e dall’altra, richiede la presenza di una proteina secreta dalle cellule dello stomaco, denominata “fattore intrinseco” la cui attività è legata agli ioni calcio.
Senza “fattore intrinseco” la vitamina B12 viene scarsamente assorbita a livello dell’intestino (circa 1%). La difficoltà ad assimilare la vitamina b12 che è stata osservata in alcuni soggetti, sembra essere legata all’assenza del fattore intrinseco e nel tempo può portare a manifestare l’anemia perniciosa. Esistono forme clinicamente silenti di carenze di cobalamina che sono reversibili dopo supplementazione della vitamina.
È stato osservato infatti che soggetti ultrasessantenni possono essere più soggetti a carenze di vitamina B12, dipendenti da un ridotto assorbimento della vitamina con la dieta, a seguito della comparsa (legata all’età) di gastrite atrofica, disturbo che comporta una ridota secrezione dei succhi gastrici.
La carenza di vitamina B12 può avere effetti anche a livello neurologico con alterazione della memoria e comparsa di demenza. La carenza di vitamina B12 è stata associata anche al morbo di Alzheimer. Si ipotizza che in soggetti affetti dal morbo, esista un’alterazione nella captazione del complesso vitamina B12 – fattore intrinseco da parte dei recettori di membrana a livello dell’ileo (porzione di intestino tenue compresa tra il digiuno e il cieco).

Campi di sostegno:
Sistema nervoso e funzioni cerebrali
Riduzione dei livelli di omocisteina tale da contrastarne gli effetti dannosi
Supporto nei meccanismi di produzione dei globuli rossi, dell’emoglobina e del midollo osseo

Note
antibiotici : possono avere effetti sull’utilizzo della B12 da parte della flora batterica intestinale
antistaminici antagonisti H2 (cimetidina, famotidina, nizatidina, ranitidina) : possono ridurre l’assorbimento della B12 presente nei cibi. È improbabile che questi farmaci agiscano invece sull’assorbimento della B12 assunta in forma di integratore.
Acido para-amino salicilico, colestiramina, colchicina, colestipol : possono ridurre l’assorbimento della B12 a livello epatico

Metformina : possono diminuire l’assorbimento della B12. Questo effetto po’ essere contrastato con una integrazione di calcio.
Inibitori della pompa protonica (cansoprazolo, omeprazolo, pantoprazolo, rabeprazolo) : possono ridurre l’assorbimento della B12 presente nei cibi. È improbabile che questi farmaci agiscano invece sull’assorbimento della B12 assunta in forma di integratore

Sinergie
Folati e vitamina B6 : agiscono in sinergia con la B12 nell’abbassare i livelli di omocisteina.

Articoli a puro scopo informativo e non intende ASSOLUTAMENTE sostituire la consulenza medica

Fonti: guida medica agli integratori alimentari – murray ed. red - ; le donne, la contraccezione orale e il managemente degli effetti collaterali – S. Del pizzo, F. Gigli – Phytogyn vol II – n.2 (aprile-giugno 2011) -    ed. CIC; almanacco della nutrizione – G.J. Kirschmann e J.D. Kirschmann ; PDR – integratori nutrizionali – ed.CEC; vitamine e minerali : guida clinica – Jane Higton – tecniche nuove; Brain function in the elderly : role of vitamin B12 and folate – Donald G Weir and John M cott author affiliatinons departement of clinical medicine, trinity college dublin,Ireland; oral folic acid and vitamin B12 supplementation to prevent cognitive decline in community-dwelling older adults with depressive symptoms-the beyond ageing project: a randomized controlled trial 1,2,3 – Janine G walker, Philip j batterham, Andrew j mackinnon, Anthony f jorm, ian iickie, Michael fenech, marjan kljakovic, dity crisp, an Helen Christensen ; riviste di settore, internet, natural point.

mercoledì 13 agosto 2014

Integratori alimentari: Ascophyllum nodosum


Per quanto possa sembrare un incantesimo di  Harry Potter in realtà si tratta di un’alga. L’A. nodosum è un’alga bruna marina che cresce in prossimità delle coste dell’oceano Atlantico e dell’Europa del nord. Molto nota nella comunità scientifica ed è stata oggetto di notevoli attività di ricerca sulle sue possibili applicazioni.
Perché le alghe marine?
Un equilibrio completo di nutrienti è la caratteristica principale delle alghe marine brune. Possono infatti controbilanciare la carenza di micronutrienti essenziali, tipica degli alimenti moderni. Rispetto ad altri tipi di alghe, quelle brune rientrano da sempre nella catena alimentare dell’uomo e questo contribuisce a rendere gli elementi nutritivi presenti facilmente digeribili e assimilabili.
Fin dall’inizio della vita sulla terra le alghe assimilano le varie sostanze nutritive. Esse sono importanti per il nostro organismo perché rappresentano un valido alimento utile per calmare le varie lacune di nutrienti , oggi più che mai necessari nella nostra dieta. Le alghe brune marine sono la fonte di diversi micronutrienti carenti nei nostri terreni e negli alimenti trattati: enzimi, vitamine, minerali e acidi grassi. Non vanno confuse con le “alghe di profondità (le laminarie)” o con la “spirulina o la clorella “ che sono alghe di acqua dolce.

Elementi nutrizionali presenti:
proteine, carboidrati/fibre, vitamina A (inclusi i carotenoidi come betacarotene, fuco xantina e clorofilla), vitamine del gruppo B, vitamina C, vitamina D, vitamina E ( inclusa la gamma completa di tocoferoli e tocotrienoli, biotina e vitamina k), minerali (calcio, magnesio, potassio, cloro, azoto, fosforo, sodio, solfuri), elementi in traccia (boro, rame, fluoro, iodio, iridio, ferro, manganese, molibdeno, selenio, silicio e zinco), amminoacidi (essenziali e non), acidi grassi essenziali (omega 3).

L’elevato profilo nutrizionale non solo rende queste alghe un alimento nutriente, ma la presenza di alcune sostanze quali la fuco “xantina” (pigmento responsabile del colore bruno dell’alga) e degli “ alginati” (zuccheri caratteristici della parete cellulare), rendono “Ascophyllum nodosum” utile come supporto in regimi dietetici volti alla perdita e all’equilibrio del peso corporeo. L’A.N. , come le alghe kelp, è un’ottima sorgente naturale di iodio, in una forma biodisponibile per l’organismo. Allo stesso modo  contribuisce a sostenere i processi attraverso i quali l’organismo si libera dagli additivi chimici contenuti negli alimenti e dagli inquinanti ambientali. Come riportato ad esempio in “ the rising of ghe green sun – defyng the economic down turn, greenfood are stronger than ever” – by case adams, phd – nutraceuticals world – may 2011, l’assunzione di alghe kelp sembra essere d’aiuto per migliorare la detossificazione da elementi residui dovuti all’esposizione  a radiazioni, come lo iodio.

L’Ascophyllum nodosum  rappresenta un’azione combinata di nutrienti bilanciati e di iodio che contribuisce a sostenere:
-          La normale funzione tiroidea e la produzione di ormoni tiroidei
-          La concentrazione
-          Il metabolismo energetico
-          Le diete ipocaloriche e i processi depurativi dell’organismo


Articoli a puro scopo informativo; fonti : web e riviste del settore, natural point
Articoli a puro scopo informativo; non intendono ASSOLUTAMENTE sostituire la consulenza medica


Aloe: Affezioni ginecologiche

L’aloe può essere utile per controllare alcuni disturbi legati alla sfera sessuale, non solo in menopausa e non solo fra le donne.
Gli effetti benefici dell’aloe sono noti anche per la cura di alcuni tra i più frequenti disturbi della sfera sessuale.





Menopausa
Il termine menopausa (dal greco men=mese e pausis=pausa) se risaliamo alla sua etimologia, cessazione, significa cessazione del ciclo mensile; nella pratica, per parlare di menopausa – intendendo il momento della scomparsa delle mestruazioni e quindi della fertilità – deve passare almeno un anno dall’ultima mestruazione. Spesso questo periodo così delicato per la donna – che si colloca generalmente fra i quarantotto e i cinquantaquattro anni – è preceduto da cicli irregolari e meno frequenti (premenopausa). È bene ricordare una cosa che non è poi così scontata; la menopausa non è una patologia, né tanto meno un male incurabile; è invece un processo fisiologico, una tappa importante nella vita di ogni donna e come tale deve essere vissuta. In questa fase tuttavia è possibile che si associno sintomi sgradevoli come vampate di calore, insonnia, osteoporosi. In genere la premenopausa dura circa due o tre anni (in casi eccezionali arriva fino agli otto). È associata a irregolarità del ciclo e talvolta a un aumento di peso. La menopausa invece è segnata dalla scomparse delle mestruazioni, che può sopraggiungere anche improvvisamente. In questa fase nell’organismo sono presenti alcuni sintomi caratteristici.
-          Vampate: improvvise sensazioni di calore che invadono il corpo per alcuni istanti seguite da una sudorazione fredda e profusa.
-          Secchezza delle mucose: maggiore sensibilità tale da rendere fastidiosi e dolorosi i rapporti sessuali.
-          Disturbi neuro-vegetativi: palpitazioni, cefalee, sensazione di spossatezza, insonnia e nervosismo. In alcuni casi si accompagna a situazioni patologiche come osteoporosi e arteriosclerosi (la diminuzione degli ormoni mette la donna agli stessi livelli di rischio per le malattie cardiovascolari degli uomini).
Trattamento
Due cucchiai due volte al giorno di succo di aloe fresco ricco di Sali minerali è un valido coadiuvante per tutti i disturbi della menopausa.

Sindrome premestruale
Con questo termine si intendono tutte le manifestazioni funzionali che sopraggiungono alcuni giorni prima del ciclo e spariscono con la sua venuta. Molte donne – più del 70% - avvertono anticipatamente l’arrivo delle mestruazioni, ma soltanto il 35% ne avverte il disturbo fisico. La sindrome premestruale del resto non si manifesta in tutte con gli stessi sintomi ma varia da individuo a individuo.
I sintomi più frequenti:
-ritenzione idrica: causata dall’aumentare dei livelli di estrogeni. Gonfiore delle estremità come il viso, caviglie e dita. Addome gonfio e aumento di peso.
Aumento del volume dei seni: i seni diventano tesi e doloranti.
Dismenorrea
Con il termine dismenorrea si indicano i dolori che sopraggiungono durante i primi giorni del ciclo mestruale o nei giorni immediatamente precedenti. Si tratta di un problema molto diffuso, ma è bene distinguere tra una dismenorrea primaria, che colpisce le giovani donne nel corso dei primi cicli mestruali, e quella secondaria, che colpisce le donne fertili anche in età matura. Nella grande maggioranza dei casi si riscontrano delle dismenorree “funzionali”, dovute a uno squilibrio ormonale, anche se spesso si riscontrano degli stati nevrotici in cui le pazienti, per una maggiore sensibilizzazione, avvertono anche altri dolori (per esempio dolori reumatici) di tutt’altra origine.
Trattamento
Anche in questo caso due cucchiai di succo nei giorni immediatamente precedenti il ciclo e durante il flusso sono un valido rimedio allo squilibrio ormonale.
Difficoltà sessuale
Con i termini frigidità per la donna e impotenza per gli uomini si indicano la mancanza di desiderio e di orgasmo o la difficoltà di portare a termine un atto sessuale. Questa difficoltà, sempre più diffusa nei tempi moderni, è spesso caratterizzata da disturbi temporanei e influenzata da fattori esterni e, soprattutto psicologici. Oggi una forte influenza è dovuta sicuramente alla mutata relazione uomo-donna, nella quale l’uomo non è più la figura dominante e la donna non possiede più lo spirito remissivo. Gli uomini hanno spesso paura di non essere all’altezza e di essere giudicati solo per le loro prestazioni sessuali; al tempo stesso sentono di dover piacere al partner lasciando comunque libertà di scelta alla propria compagna; due esigenze difficili da conciliare che spesso provocano disturbi e addirittura blocchi. Soltanto il 10% di questi disturbi hanno reali cause organiche (affezioni vascolari, neurologiche, endocrine, assunzione di farmaci e interventi chirurgici), mentre il restante 90% è dovuto a disturbi psicologici.
Anche nella donna il caso di frigidità completa è assai raro; si assiste invece a forme parziali, con un desiderio e una sensibilità ridotti. Le cause più frequenti anche in questo caso sono per lo più quelle psicologiche (principi religiosi, conflitti coniugali, educazioni rigida, timore di gravidanza).
Trattamento
Da quanto si è detto è evidente che il trattamento dei problemi sessuali passa essenzialmente per la rimozione dei blocchi psicologici. Tuttavia va ricordato che in Russia sono state testate, apparentemente con successo, delle iniezioni sottocutanee di aloe. Dal volume di Alessandro Bassetti e Stefano Sala “il grande libro dell’aloe” riprendiamo questa ricetta che arriva dalla tradizione popolare russa.
“  150 g di succo puro al 100% di aloe, 250 g di miele, 350 g di vino rosso, 100 g di rosa canina in polvere, 30 g di semi di prezzemolo in polvere. “  ;  si mescolano tutti gli ingredienti e si versano in una bottiglia. Si lascia macerare al buio per due settimane, girando e mescolando il tutto. Assumere tre volte al giorno 1 cucchiaio da tavola, 30 minuti prima del pasto.
È da notare come ancora una volta, pur in un contesto del tutto diverso, si ritrovino due elementi caratterizzanti della ricetta di padre Zago: l’uso del miele e di un alcolico come dilatatore e conservante.
Cistite
La cistite è l’infezione dell’organo addetto al contenimento dell’urina: la vescica. Si tratta di una malattia prevalentemente femminile: colpisce infatti soprattutto le donne almeno fino ai 60 anni; dopo di allora le probabilità di ammalarsi sono le stesse rispetto agli uomini. I tre sintomi principali sono bruciori di intensità anche molto variabile (si va da un lieve disturbo a un dolore quasi insopportabile durante la minzione); stimolo frequente a urinare anche se in realtà l’emissione è minima; senso di gonfiore e pesantezza vescicale persistente. Nella maggior parte dei casi a provocare la cistite sono germi intestinali presenti normalmente nell’intestino che scatenano l’infezione (la causa più frequente è l’Escherichia coli). Di notevole aiuto nella diagnosi è un esame molto semplice come l’analisi delle urine.
Trattamento
Anche se si tratta di un fastidio che a volte può sembrare trascurabile, in realtà nessuna cistite deve essere trascurata. Il consiglio principale in questi casi è sempre quello di bere molta acqua (almeno due litri al giorno di acqua oligominerale, in particolare al mattino e comunque a digiuno) dato che una diuresi regolare può bloccare una cistite sul nascere. Importante è anche una corretta igiene locale, per evitare infezioni (con un movimento dal davanti al dietro e mai viceversa); utilizzare preferibilmente biancheria intima di fibre naturali. La dieta dovrà essere priva di alimenti speziati o alcolici e ricca di fibre e alimenti freschi. Questi ultimi consigli alimentari rimandano del resto a una corretta funzionalità intestinale che spesso è il primo fattore di prevenzione. Come in tutti i problemi ginecologici, anche in questo caso un ciclo di cura con il succo di aloe ha ottime probabilità di successo. Innanzitutto si normalizza la flora batterica intestinale, che spesso è responsabile della cistite cronica, e al tempo stesso si sfruttano le forti caratteristiche antinfiammatorie dell’acamannano. In associazione sono consigliabili anche terapie fitoterapiche e omeopatiche. 


fonti: Aloe che cura
Ps: In alcun modo è sconsigliata la sospensione di terapie anzi, l'impiego dei preparati a base di aloe, migliorano la risposta dell'organismo alle cure in atto. Consultate sempre il vostro medico di fiducia.

Pace dell'io



martedì 24 giugno 2014

Reiki: i 7 chakra







Viaggio alla scoperta dei 7 chakra, la loro posizione e l'influenza che hanno sulla nostra meravigliosa vita









giovedì 19 giugno 2014

Nutripuntura: Qualità della vita


Oggi la frontiera della salute non è più l’assenza di malattia, ma la qualità della vita. Uno stato di benessere, fisico e psichico, è garante di una vita sana.
In realtà la salute è un fragile equilibrio, risultato del funzionamento armonioso degli organi interni, in rapporto con i 5 sensi. Questi ultimi permettono di apprezzare la vita, di percepirne le informazioni, di comunicare, di camminare, di imparare, di discernere, di essere vigile e presente in ogni momento della giornata.
Un individuo in salute è dunque dinamico, equilibrato, organizzato, sereno, in armonia ocn se stesso e con l’ambiente che lo circonda. Ma se la salute è un’ambizione collettiva, richiede l’impegno personale di ognuno.
La nutripuntura offre gli strumenti necessari alla manutenzione, la regolazione e al sostegno delle correnti che governano la salute. Non si sostituisce alle funzioni naturali dell’organismo ma ne ottimizza il funzionamento sorvegliandone l’equilibrio. Modulando le informazioni che attivano le funzioni cellulari, favorisce e sostiene la salute.
In effetti le informazioni veicolate dagli oligoelementi presenti nella composizione dei nutrimenti endocellulari, catalizzano le correnti elettromagnetiche, indispensabili alla vita cellulare. La nutripuntura favorisce dunque l’assorbimento equilibrato degli alimenti, carburante necessario a tutte le funzioni psicofisiche.

Come lavora la nutripuntura
-          Attiva gli scambi cellulari, indispensabili per la vita
-          Nutre i circuiti più indeboliti
In effetti, un organo non è inerte, ma interagisce con l’ambiente. La sua individualità è caratterizzata da una funzione fisiologica che può, in alcune circostanze, indebolirsi.
-          Regola le correnti vitali in funzione delle stagioni
Il ciclo delle stagioni sensibilizza dei circuiti specifici, di volta in volta diversi. Sostenere l’equilibrio dei ritmi biologici, sincronizzati sulle stagioni, è l’obiettivo principale della nutrizine endocellulare.
-          Migliorare la dinamica comportamentale dell’individuo
Utilizzando questi nutrimenti, si percepisce chiaramente la relazione tra il fisico e la sfera psichica, già messa in evidenza dalla  Medicina Tradizionale Cinese, medicina plurimillenaria che ha costruito un modello dinamico dell’essere umano, inserito in un universo in continua trasformazione.

Perché interessarsi alla Nutripuntura?

Rafforzando le correnti vitali dell’organismo, la Nutripuntura è consigliata a tutti. Migliora la qualità di vita di adolescenti, bambini in crescita, adulti, donne in gravidanza, persone anziane, sportivi, studenti ….. . Tutti possono usufruire dei suoi benefici.

Continua a seguirmi sul blog, troverai altre informazioni interessanti che potrai approfondire - Efn

giovedì 12 giugno 2014

Feng shui: introduzione



“Essere sulla terra significa abitare” – Martin Heidegger –


Le civiltà antiche possedevano la capacità di valutare ed utilizzare le varie forme energetiche attraverso l’opera di abili costruttori che avevano percepito l’influsso energetico della terra e del cielo sull’essere umano. Essi rispettavano i cicli naturali, l’armonia dell’universo e l’ubicazione di ogni costruzione non era casuale bensì era fatta in modo da attingere, restituire e convogliare l’energia del luogo.
Oggi, qui in occidente,  pensiamo al “feng shui” come uno stile di arredo, tralasciando la spiritualità che ha permesso il suo sviluppo. Nascono corsi di specializzazione e master per attingere i segreti più profondi ma il feng shui è uno stile di vita, si applica ad ogni aspetto della nostra esistenza e non serve alcun attestato che dimostri questo se non il nostro esempio e il nostro stato di salute.
Il “feng shui” rappresenta bene il punto d’incontro tra arte e scienza. I massimi interpreti di questa disciplina sentono (to feel) l’ambiente nel quale sono immersi, si connettono con esso raccogliendone messaggi e segnali che successivamente vengono rappresentati in base alle qualità artistiche di ciascuno. A seconda della collocazione geografica il “feng shui” è conosciuto con nomi diversi, così come i loro interpreti. I più noti sono gli “sciamani” (coloro che conoscono), i quali raccolgono le informazioni dall’esterno, osservando i segni attraverso il cielo, le nuvole, le piante, gli animali ecc, e li traducono in presagi. Mentre lo sciamanesimo è aperto alle donne, il feng shui  è praticato da soli uomini (dato che il confucianesimo ne vietava la divulgazione alle donne). Per quanto assurdo possa apparire questa arte è stata bandita ufficialmente dalla Repubblica Popolare Cinese, ma nonostante questo è ancora praticata nelle campagne e ad Hong kong, città nella quale le costruzioni continuano a rifarsi a questa disciplina.
Da sempre, in ogni cultura, in ogni tempo e in ogni luogo, l’uomo ha sentito l’esigenza di relazionarsi con il territorio di insediamento, armonizzando la sua opera costruttiva allo specifico e irripetibile carattere dell’ambiente. Fin dalle origini le opere architettoniche, ispirate alla divina armonia della volta celeste e alla natura stessa, risultano profondamente legate alle peculiarità del paesaggio e intrise di riferimenti simbolici. Il simbolo rappresenta il punto di contatto comune a ogni cultura tra uomo e natura, tra umano e divino, tra il mondo materiale e la psiche. Ambiente fisico e individuo sono legati da una relazione sottile, che non passa attraverso lo stato di coscienza bensì attraverso l’inconscio; essa si esprime mediante il linguaggio dei simboli, “archetipi antichi quanto l’uomo”. Il simbolo costituisce il fulcro dell’essere dell’uomo nel mondo e poiché essere sulla terra significa abitare, la casa, intesa come tramite tra uomo e natura, possiede una profonda valenza simbolica.



Continua a seguire il blog, riceverai tante informazioni che miglioreranno ancora di più il tuo benessere - Efn

mercoledì 11 giugno 2014

Nutripuntura: le origini


La nutripuntura nasce dalla sintesi delle ricerche fatte da Georges Lakhovsky sull’oscillazione cellulare e la concezione cinese della salute.
Le esperienze fatte la G.Lakhovsky sui ciruciti oscillanti polimetallici capaci di rafforzare il potenziale vitale di alcuni organismi, hanno ispirato, negli anni 80, un’equipe di ricercatori francesi che per diversi anni ha cercato di sostenere la “capacità di autoregolazione del corpo umano”, attraverso dei processi elettrofisica simili a quelli utilizzati da Lakhovsky.
Durante queste ricerche, osservarono che nell’organismo la comunicazione di tipo elettromagnetico è rapida e selettiva, mentre quella chimica è più lenta e invasiva. Si accorsero fra l’altro che la sinergia delle informazioni contenute negli oligoelementi utilizzati durante le ricerche, canalizzava su dei punti specifici del corpo dei messaggi precisi. Dopo anni di studio misero a punto le formulazioni di una gamma di 40 complementi nutrizionali. Sono nati così i nutrimenti endocellulari la cui finalità è di favorire la circolazione delle informazioni che governano la salute.
Questi nutrimenti permettono l’apertura e la chiusura di circuiti specifici dell’organismo, proprio come farebbero gli aghi di un agopuntore. È questa caratteristica che definisce la loro azione “nutripuntura”.
L’effetto di ogni nutrimento endocellulare, interessando unicamente il settore-bersaglio prescelto, premette di dinamizzare i settori più fragili, senza inondare tutto l’organismo. Così grazie ad un’azione selettiva che
favorisce l’autoregolazione cellulare, ogni cellula preleverà nel suo ambiente gli elementi nutritivi di cui ha più bisogno. Questa gamma di 38 complementi, propone dei nutrimenti specifici per l’uomo e per la donna. Cinque sono destinati alla regolazione di meridiani propriamente maschili e cinque sono specifici per i meridiani femminili. La nutripuntura non può sostituirsi a nessuna terapia. Dinamizzando l’ambiente cellulare, può accompagnarne vantaggiosamente l’azione, senza alcuna controindicazione ne effetti secondari.


“L’obiettivo della nutripuntura è quello di sostenere la vita cellulare ”

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Aloe: composizione e proprietà


Zuccheri, vitamina, enzimi, proteine e non solo; visto al microscopio il gel dell’aloe è una vera farmacia naturale.
È importante conoscere la composizione chimica di questa pianta magica per poterne comprendere integralmente le innumerevoli applicazioni sia in campo cosmetico che medicinale. Si tratta infatti di una straordinaria varietà di componenti che rendono l’aloe una vera farmacia naturale. Bisogna però ricordare sempre che se da un lato è vero che è stato scoperto molto nel campo immunologico e che le ricerche sulle proprietà di alcuni componenti (per esempio gli antrachinoni) sono ancora in corso, è altrettanto vero che nella somministrazione fitoterapica della pianta intera molte volte è proprio la sinergia tra i vari componenti a portare straordinari effetti di guarigione. Proviamo innanzitutto a guardare in generale le diverse proprietà della pianta, per poi passare ai principali elementi racchiusi nel suo gel.
Azione purificante
Grazie all’aloina (un principio attivo contenuto esclusivamente nell’aloe), al potassio e agli zuccheri presenti nella pianta vengono incrementati gli effetti lassativi e di drenaggio dell’organismo.

Azione nutrivita
L’ampia gamma di sostanze contenute, che vanno dai minerali alle vitamine, dagli aminoacidi agli zuccheri (in particolare l’acemannano), rendono la pianta dell’aloe un vero e proprio integratore alimentare naturale.
Proprietà cicatrizzante
L’acemannano, con le sue proprietà di stimolazione cellulare, permette una rapida riproduzione dei tessuti provocando un aumento di produzione del collagene e del tessuto connettivo.

Proprietà antivirale
I principi attivi, in particolare quelli propri dell’acemannano, provocano nell’organismo l’aumento dell’attività depurativa nel plasma e la stimolazione complessiva delle difese immunitarie.
Proprietà antinvecchiamento
La presenza di vitamine (in particolare vitamina C ed E) e di oligoelementi antiossidanti (manganese e selenio), nonché di altre sostanze come prolina e saponine, sono in grado di permettere all’organismo di contrastare in maniera più efficace i radicali liberi e gli effetti dell’invecchiamento sull’epidermide.

Proprietà antinfiammatoria
Gli steroidi vegetali presenti nella pianta permettono l’utilizzazione locale del gel d’aloe con funzione lenitiva, calmante e anti-arrossamento senza la comparsa di effetti collaterali sgradevoli.
Proprietà antibatterica
Glie estratti dell’aloe permettono alla cellula di difendersi meglio dagli attacchi dei batteri, grazie all’azione antisettica dell’acido cinnamico e crisofanico.

Proprietà antibiotica
L’aloemodina, unita all’enzima bradichinasi proteggono il citoplasma della cellula fornendo un’azione germicida contro tutti gli attacchi patogeni dell’esterno.
Proprietà antidolorifica
Come per l’aspirina, la presenza fra l’altro dell’acido acetilsalicilico conferisce all’aloe un’azione anestetica e analgesica.

Proprietà antitumorale
La combinazione di potassio, acemannano, vitamina B9 (acido folico), zinco e vitamina B12 (cobalamina) – tutte sostanze presenti nell’aloe arborescens in concentrazione massima – ha una forte azione antitumorale.

Proprietà radioprotettiva
La capacità delle sostanze contenute nell’aloe di rigenerare le cellule e di ripristinare il metabolismo sono un valido aiuto nel corso dei trattamenti radioterapici, grazie anche all’azione analgesica.

Queste dunque sono a grandi linee le proprietà terapeutiche della pianta. Analizziamo ora più da vicino i singoli componenti.

Antrachinoni
Nella parte più esterna delle foglie e nel tronco, l’aloe contiene una serie di antrachinoni, composti che hanno azione lassativa, analgesica, antimicrobica e favoriscono l’assorbimento delle sostanze nel tratto intestinale. Si tratta di una grande famiglia molto diffusa in natura, le cui proprietà sono al centro degli studi di questi ultimi anni; i meccanismi con cui agiscono sull’organismo – da soli, in associazione fra loro e con altre sostanze – non sono ancora del tutto chiariti. Bisogna comunque ricordare che le loro proprietà (come per molte piante) possono essere sia tossiche che farmacologiche e curative. Sotto la scorza dell’aloe ha un ruolo determinante la presenza di aloina A, una glicoproteina con caratteristiche di antinfiammatorio e inibitore della crescita delle cellule tumorali. Si tratta di un principio attivo contenuto esclusivamente nell’aloe e all’origine di altri composti della stessa classe. Sono presenti anche barbaloina, isobarbaloina (analgesico), antranolo e antracene, acido aloetico, emodine d’aloe, acido cinnamico (antisettico e detergente, molto usato per esempio nei cosmetici), estere d’acido cinnamico, acido crisofanico (fungicida), aloe ulcina.

Aminoacidi essenziali
Le analisi eseguite sulla pianta hanno rilevato la presenza di almeno 20 aminoacidi su 22. Gli aminoacidi costituiscono un vero e proprio alfabeto delle proteine, di cui rappresentano i costituenti elementari, e giocano un ruolo fondamentale nel metabolismo umano attraverso una serie di reazioni che avvengono prevalentemente nel fegato. Alcuni aminoacidi possono essere sintetizzati dal nostro organismo a partire da altri prodotti come grassi, carboidrati, proteine endogene; altri invece – gli aminoacidi essenziali – non possono essere sintetizzati dall’organismo e quindi devono essere introdotti con la dieta. Degli otto aminoacidi essenziali per un adulto, ben sette sono presenti nell’aloe: fenilanina, isoleucina, leucina, lisina, metionina, treonina e valina.
Analisi di laboratorio praticate su due tipologie di aloe (vera e arborescens) hanno mostrato notevoli differenze quantitative a favore dell’aloe arborescens nella presenza di aminoacidi, che risulta quindi variabile secondo il tipo di pianta. Fra gli aminoacidi secondari, ma non per questo motivo meno importanti ricordiamo: acido aspartico, acido glutammico, alanina, arginina, tirosina, glicina, cisteina, glutammina, istidina, idrossiprolina, serina, prolina.
Un solo esempio può bastare a comprendere l’importanza di questi aminoacidi. Glicina e prolina vengono sintetizzate nelle cellule dell’epidermide, nello strato superficiale sotto lo strato corneo. La ridotta sintesi di queste sostanze comporta una minor produzione delle fibre di collagene che servono a tenere insieme le cellule dell’epidermide con una con l’altra. In questi casi un semplicissimo stimolo meccanico sulla pelle ferisce il tessuto e il siero sottostante passa negli strati superificiali formando una squama… Nella psoriasi la somministrazione di questi aminoacidi porta a un sensibile miglioramento della malattia.

Vitamine
Anche le vitamine sono ben rappresentate fra i componenti dell’aloe, innanzitutto le vitamine A,C ed E che agiscono come antiossidanti (proteggono cioè dall’azione distruttiva dei radicali liberi). Fra le vitamine del gruppo B troviamo nell’aloe: B1 (tiamina), B2 (riboflavina), B3 (niacina), B6 (piridossina) e B9 (acido folico), tutte con importanti funzioni di regolarizzazione del metabolismo e di rigenerazione dei globuli rossi. L’ado folico in particolare incide direttamente sulla formazione dei globuli rossi ed è correlato ai processi di sintesi del DNA e alla costruzione del tessuto nervoso (viene spesso  somministrato durante la gravidanza per aiutare la crescita del nascituro). La vitamina B12 (cobalamina) è stata rilevata con certezza nella pianta soltanto nel 1989: è un importante fattore antianemico, cicatrizzante e aiuta a mantenere integro il sistema nervoso, ma recenti studi ne hanno evidenziato le proprietà anticancerogene e depurative (in associazione con la vitamina B3 e la B9).

Fosfolipidi
La colina non è una vitamina del complesso B, ma ha analoghe funzioni di regolazione del metabolismo. È un componente della fosfatidilcolina,  essenziale per un buon funzionamento delle membrane cellulari: questo vuol dire elasticità dei vasi sanguigni, migliori reazioni metaboliche, miglior salute. Le pareti cellulari sono permeabili e nell’interno della cellula c’è una grande quantità di potassio, mentre nel liquido che circonda la cellula si trova una maggiore quantità di sodio. Tra cellula e ambiente esterno c’è un continuo scambio di sostanze: la cellula assorbe sostanze nutritive e a sua volta riversa all’esterno sostanze che non servono più. Una cellula vitale e giovane deve avere una buona membrana. Anche i globuli rossi hanno una membrana e il contenuto di fosfolipidi garantisce la maggior elasticità del globulo e quindi la sua capacità di trasportare l’ossigeno nei più stretti capillari sanguigni. Inoltre per non formare calcoli nella colecisti si deve avere un equilibrio tra fosfatidilcolina, lecitina, Sali biliari e colesterolo. Altrimenti i componenti precipitano a formare calcoli biliari. La colina è un ingrediente essenziale dell’acetilcolina, sostanza indispensabile per il trasporto molecolare, degli impulsi fra le cellule nervose con funzioni di vasoregolarote. Inoltre è utile nella riduzione di colesterolo e trigliceridi, l’eccesso dei quali è spesso provocato nella popolazione occidentale da una dieta eccessivamente ricca di carne e grassi.

Minerali
L’aloe contiene più di venti Sali minerali essenziali per l’organismo umano. Ecco i più improtanti:
-          Calcio: è il più abbondante fra i minerali presenti nell’organismo; determinante per la formazione ossea e per le funzioni muscolari e cardiache (è essenziale per la contrazione delle fibre muscolari e per la coagulazione del sangue).
-          Cromo: è presente in piccole tracce; rileva la presenza degli zuccheri presenti nel sangue favorendo così la produzione di insulina (controllo della glicemia) e favorisce l’attività degli enzimi degli acidi grassi.
-          Fosforo: aiuta la crescita ossea associato al calcio.
-          Ferro: è il componente essenziale dell’emoglobina, la proteina del sangue che ha come compito di trasportare ossigeno ai tessuti.
-          Manganese: minerale necessario per un corretto sviluppo delle ossa (la sua carenza provoca infatti fragilità ossea), essenziale per il normale funzionamento del cervello (elevato potere antiossidante) e nella sintesi della tiroxina.
-          Magnesio: fondamentale per tutti i processi biochimici, in particolare per la sintesi delle proteine e degli acidi nucleici; protegge le cellule dai radicali, quindi ha funzioni anti-invecchiamento.
-          Potassio: è indispensabile per la crescita, per la funzionalità muscolare e il mantenimento del corretto PH nei liquidi del corpo. In collaborazione con il sodio consente l’eliminazione dei prodotti di scarto da parte delle cellule. Ha anche una funzione di stimolazione degli enzimi necessari al metabolismo degli zuccheri. Alcuni diuretici provocano un ‘eccessiva perdita di potassio, così come accade agli sportivi per colpa della abbondante sudorazione; la perdita di potassio può essere facilmente reintegrata con una dieta ricca di frutta e verdura crude.
-          Sodio: interviene nei processi enzimatici, mantiene in buona attività le funzioni del sistema nervoso e le funzioni cardiache, regola l’equilibrio idrico.
-          Zinco: stimola l’attività delle proteine nella cicatrizzazione; è coinvolto in oltre 150 funzioni degli enzimi (è un attivatore di enzimi) ed è molto importante per l’attività delle membrane cellulari.

Mono e polisaccaridi
Conosciuti con il nome di zuccheri sono contenuti nella polpa della pianta. I più rilevanti monosaccaridi (zuccheri semplici) sono mannosio e glucosio: forniscono energia all’organismo. Ben rappresentati sono anche i polisaccaridi (zuccheri complessi), di cui il gel di aloe è ricco: cellulosa (importante per l’apporto di fibre), aldonentosio, acido uronico, e soprattutto un mucopolisaccaride chiamato acemannano o carrisina. Le più recenti scoperte hanno messo in relazione l’acemannano – che ha proprietà germicide e battericide – con la stimolazione del sistema immunitario e del sistema gastrointestinale. Proprio questo immunostimolatore presente nell’aloe ha secondo molti studiosi un’influenza benefica su malattie come diabete, colesterolo, arteriosclerosi. È stato sperimentato come inibitore del (pseudo) virus dell’ HIV (aggiungo malattia inventata di sana pianta).

Enzimi
Agli enzimi è affidato il compito di ridurre gli elementi basici e favorire le reazioni biochimiche dell’organizmo. Fra gli enzimi presenti nella polpa dell’aloe ricordiamo: lipasi (favorisce la digestione dei grassi), proteasi (ha la funzione di scomporre le proteine), cellulasi ( aiuta a digerire la cellulosa, facilitando lo sfruttamento delle fibre), catalasi (impedisce l’assorbimento del perossido di idrogeno – acqua ossigenata – che sarebbe tossica – nei tessuti, scomponendolo in ossigeno e acqua), e ancora fosfatasi e amilasi presenti in modeste quantità.

Acido salicilico
Componente fondamentale della nota aspirina, ha molteplici funzioni che vanno dall’azione antinfiammatoria a una funzione protettiva del cuore. La corteccia del salice, l’albero che da il nome a questo acido, è molto famosa perché agisce su tessuti infiammati e impedisce l’aggregazione piastrinica nel sangue. Spesso tuttavia l’assunzione del solo principio attivo farmacologico causa irritazione gastrica, oppure provoca una reazione allergica. Se si usa il prodotto naturale associato ad altri componenti vegetali, l’azione guaritrice è infinitamente più dolce.
Lignina e saponine
Fra componenti chimici dell’aloe ricordiamo infine alcune altre sostanze: la lignina, sostanza di colore giallastro, a cui è affidato l’indurimento del tessuto vegetale, come la cellulosa, anche essa concentrata sulla parte esterna delle foglie e importante per il suo apporto di fibre e le saponine, componenti presenti in molte altre specie vegetali, irritanti per il tubo digerente, ma con spiccate proprietà emolitiche, purificanti e antisettiche; il nome è dovuto alla gran quantità di schiuma che producono una volta mescolate all’acqua. Sono esempi di saponine la glicirrizina della liquirizia e l’escina dell’ippocastano.

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Le informazioni qui riportate sono a scopo informativo e non intendono assolutamente avvallare le terapie mediche, in alcun modo.

sabato 7 giugno 2014

I sali del dott. Schussler: N.11 Silicea

Silicea



Particolarità: il sale di Schüssler n. 11 è quello cosmetico: è il sale per la pelle, per i capelli e per le unghie.
Zona d’impiego:
- Sistema immunitario debole; debolezza dei tessuti connettivali; atrofia dei tessuti connettivi; problemi di ricostruzione metabolica e di nutrimento del corpo a seguito di malattie consuntive; arteriosclerosi.
- Processi suppurativi; infiammazione cronica e recidiva dell’orecchio medio.
- Flatulenza.
- Artrosi, gotta, dolori e disturbi reumatici, modificazione patologica della cartilagine; problemi posturali, piedi valghi e piatti; articolazioni ballerine; debolezza dei dischi intervertebrali; infiammazione del periostio e della guaina sinoviale; come prevenzione per l’osteoporosi e nel caso di problemi dello sviluppo e della crescita.
- Capelli raggrinziti, sfibrati, opachi; unghie delle mani e dei piedi fragili e che crescono a fatica; pelle secca e ruvida, neurodermatite, pelle che si squama; acne (principalmente sul mento, sulla nuca e sulla schiena; micosi delle unghie; suppurazione della pelle; disturbi nella rimarginazione delle ferite (in seguito a ferite, la pelle fa fatica a guarire).

  

venerdì 6 giugno 2014

Aloe: la riscoperta moderna


A metà ottocento l’aloe viene riscoperta grazie a una serie di studi innovativi, fra i quali spicca l’esperienza di un medico russo capace di unire sapere scientifico e medicina popolare.
La storia moderna dell’aloe comincia con la scoperta del principio attivo caratteristico di questa pianta, ribattezzato aloina dalgi insglesi Smith e Stenhouse nel 1851, anno in cui per la prima volta il composto viene titolato e identificato. Per tutto l’ottocento comunque sono soprattutto le proprietà lassative dell’aloe ad attirare l’attenzione e nel British Pharmaceutical Codex del 1907 l’aloina e aloemodina sono citate per le proprietà purganti e purificanti. Il primo a commercializzare l’aloe fu invece un piantatore del Kentucky, H.W. Johnstone, che accortosi quasi per caso del forte potere cicatrizzante della pianta – usata dai lavoratori di colore della sua piantagione – iniziò a coltivarla su larga scala, mettendo in commercio nel 1912 un unguento. Negli anni trenta due ricercatori americani, i Collins (padre e figlio) studiarono a fondo la capacità rigeneratrice dell’aloe, pubblicando un rapporto sull’effetto dell’aloe vera nel lenire gli effetti della radioterapia, in particolare nelle dermatiti. La loro ricerca segnò in America il lancio di una serie di campagne scientifiche di approfondimento della composizione della pianta culminata con i lavori di Chopia e Gosh, che nel 1938 riuscirono nelle loro analisi a fornire una prima descrizione della composizione chimica della pianta. Fra il 1942 e il 1947, un ingegnere chimico, Rodney M. Stockton, imbattutosi per caso nella pianta, dopo decine di esperimenti ne provò l’efficacia e mise in commercio con un certo successo un balsamo per le ustioni. Contemporaneamente proseguiva l’analisi chimica della pianta. Tom Rowe, dell’università della Virginia, stabiliva per esempio che il principale agente curativo delle lesioni cutanee da radiazioni doveva trovarsi concentrato nella parte dura delle foglie. Solo verso la fine degli anni cinquanta il farmacista texano Bill C. Coats, dopo aver interamente dedicato la sua vita agli studi, riuscì a stabilizzare la polpa di aloe fresca, evitando i problemi di fermentazione e ossidazione del prodotto che avevano fino ad allora afflitto sia la preparazione del succo che delle creme. Coats risolse il problema con aggiunta di vitamina C, vitamina E e di sorbitolo, tutti antiossidanti naturali. Questo portò alla vendita dell’aloe su larga scala. Quasi negli stessi anni i russi, lavorando su varietà diverse dell’aloe vera al centro delle ricerche americane (aloe arborescens e striatula) e tipiche delle loro latitudini, giungevano alla conclusione che una medicazione a base di aloe dimezzava i tempi di guarigione in caso di traumi ginecologici e oftalmici, collegando l’acido cinnamico alle capacità dell’aloe di uccidere i parassiti intestinali. Proprio i russi del resto potevano vantare uno dei maggiori pionieri nello studio dell’aloe.
La medicina dialettica di Filatov
L’oftalmologo russo Vladimir Petrovic Filatov, nato a Odessa nel 1875, può essere considerato a ragione uno dei precursori dell’impiego dell’aloe. Ecco perché ci sembra giusto dedicargli un breve paragrafo. Lo zar Nicola II volle insignire personalmente con la cattedra d’oftalmologia a Mosca questo promettente medico, ricercatore dinamico e ricco di interessi. Secondo Filatov si doveva passare con naturalezza dalla omeopatia alla naturopatia, dalla medicina energetica a quella tradizionale, tenendo a mente una medicina unitaria, capace di mantenere per così dire una visione d’insieme (quella che oggi chiamiamo olistica) della malattia e dell’essere umano. Proprio negli anni tra la fine dell’ottocento e i primi del novecento, il medico tedesco Paul Ehrlich si fece promotore della prima chemioterapia: una terapia a base di sostanze chimiche in grado di aggredire l’agente patogeno colpendolo con precisione come fosse un bersaglio, allo stesso modo in cui i sieri andavano a colpire le tossine. Filatov sosteneva che le cure chemioterapiche e la fitoterapia possedessero altrettatnte qualità che, anziché esser poste su piani diversi, dovevano lavorare in sinergia con l’unico scopo della guarigione del paziente. Dopo la rivoluzione d’ottobre, per poter continuare i suoi studi, Filatov ribattezzò il suo metodo di studio “Medicina Dialettica” affinché il regime bolscevico lo lasciasse continuare a lavorare senza drastiche imposizioni. Grande viaggiatore, avvezzo alla vastità dell’impero russo, era solito studiare le piante medicinali e i segreti dei guaritori locali che incontrava sulla strada. Durante questi intensi scambi, cercava di istruire i guaritori, trasmettendo loro i rudimenti della scienza medica moderna, cercando al tempo stesso – come cattedratico – di dare ai medici universitari una formazione più aperta alla medicina popolare tradizionale. La grande scoperta di Filatov fu la messa a punto di un trapianto di conrea. Filatov comprese infatti che innestando un frammento di cornea sana prelevato da un cadavere su quella malata e opaca affetta da cataratta, il piccolo frammento era in grado di restituire alla cornea malata la trasparenza di origine. Il processo era d’altronde velocizzato se il prelievo della cornea veniva eseguito con il corpo del morto mantenuto al freddo, a una temperatura di 2-3°. Praticò con successo più di tremila innesti di cornee, guarendo un gran numero di cateratte e di cheratoscleriti.
Stimolatori biogeni e piante medicinali

Gli studi sulla conservazione dei tessuti alle basse temperature e sulle proprietà rigeneranti di alcune sostanze in particolari condizioni proseguirono: Filatov chiamò queste sostanze “stimolatori biogni” e applicò la sua teoria a piante medicinali come il ginseng e l’aloe arborescens. L’aloe arborescens, in particolare, era abbondante in tutta la Russia meridionale e nell’Asia centrale, e Filatov la scelse dopo averne osservato i sorprendenti effetti cicatrizzanti: tagliò delle foglie di aloe, le conservò per dieci giorni al riparo dalla luce e al freddo, successivamente ne estrasse la polpa e la iniettò sotto la cute dei pazienti: si accorse che ottneva risultati simili a quelli raggiunti con il trapianto di tessuti. Filatov notò con sorpresa un altro elemento: le stesse foglie di aloe passate nell’autoclave a 120°C conservavano le loro proprietà anche si i loro enzimi non erano presenti. Anche in questo caso arrivò alla conclusione che i responsabili del processo di guarigione dovevano essere gli stimolatori biogeni. Filatov non riuscì mai a provare l’esistenza degli stimolatori biogeni e a spiegare il loro funzionamento, anche se continuò a ottenere eccellenti risultati con la sua preparazione di aloe arborescens (chiamata “aloe biostimolata”). Dopo la morte di Filatov la scuola russa ha continuato a impiegare l’aloe (sia arborescens che vera) con successo fra l’altro nei casi di sciatica, malattie infiammatorie della spina dorsale, astenia. Solo in seguito il dottor Brandt avrebbe tentato di dare una spiegazione scientifica al meccanismo del funzionamento degli stimolatori bigeni a base di aloe vera, collegandolo al sistema nervoso centrale: l’aloe provocherebbe un allungamento della durata dei riflessi condizionati, attivando così un processo di inibizione del sistema nervoso centrale.

Aloe: le origini

Aloe: dall’antichità al medioevo

Dalla mesopotamia dei sumeri ad Alessandro magno, fino al medioevo di arabi e crociati: le testimonianze storiche sulla “pianta della vita”.
Conosciuta da sempre per la sua bellezza, la sua eleganza e soprattutto le sue proprietà terapeutiche, per molte civiltà la pianta dell’aloe ha rappresentato una vera e propria divinità. La prima testimonianza dell’utilizzo della pianta in medicina sembra risalire a una tavoletta di argilla di età accadica (2200 a.c.) ritrovata a Nippur, a sud di Baghdad: <le sue foglie assomigliano a foderi di coltelli>. In ogni caso l’utilizzo farmacologico dell’aloe doveva essere ben conosciuto e diffuso in tutto il vicino oriente antico. Gli assiri chiamavano il succo di aloe “Sibaru o Siburu” e ne utilizzavano le proprietà lassative per risolvere i problemi di digestione difficile, come quelli derivati dal consumo di cibo avariato o la dolorosa flatulenza delle coliche intestinali. Nell’antico Egitto poi l’aloe, oltre che per le sue funzioni terapeutiche, era tenuta in gran conto per la cosmesi femminile. Dai faraoni era considerata addirittura un elisir di lunga vita. Piantata intorno alle piramidi e lungo le strade che portavano fino alla valle dei re, l’aloe, simbolo di immortalità, accompagnava il faraone fino al regno dei morti per nutrirlo e medicarlo. I sacerdoti usavano questa pianta durante l’imbalsamazione. Sempre nell’antico Egitto si apprezzava il valore lassativo dell’aloe, utilizzata per gli enteroclismi. Ancora oggi le soglie delle case egiziane vengono decorate con una pianta di aloe come simbolo di felicità domestica, spesso ornata con un fiocco rosso. Di certo parla dell’aloe il cosiddetto Papiro di Erbes (dal nome dello scienziato tedesco che lo scoprì nel 1875). Si tratta di un formulario contenente oltre 800 prescrizioni e la citazione di circa 700 droghe di origine vegetale, minerale e animale. Vi si trovano anche molte ricette per la preparazione di decotti, infusi, unguenti, suffumigi.


Dall’Egitto al Medioevo, leggenda e realtà

Abbiamo detto che in Egitto l’aloe era utilizzata per le sue proprietà di bellezza, che oggi sappiamo essere riconducibili all’azione antiossidante di oligoelementi come il manganese e il selenio, oltre che alla presenza di prolina. Fra le leggende sull’aloe si narra che Cleopatra facesse uso del succo di aloe come collirio e – come alcuni secoli prima la bellissima Nefertiti – lo usasse per esaltare la bellezza e il colorito della pelle facendo bagni di latte d’asina (o di giumenta) e aloe. Per gli antichi greci l’aloe era associata a bellezza, pazienza e fortuna, tanto che anche Ippocrate vi fa riferimento nei suoi scritti: la riteneva capace di arrestare la caduta dei capelli e di dare sollievo per la dissenteria e il mal di stomaco. Si pensava anche che la pianta rendesse i guerrieri invincibili: una leggenda delle leggende sulle conquiste di  Alessandro Magno narra di una spedizione navale che il Macedone, su consiglio del suo maestro Aristotele, avrebbe intrapreso per conquistare l’isola di Socotra, nell’Oceano Indiano. Al di la della veridicità dell’episodio, proprio l’isola di Socotra (conosciuta da romani e greci come Dioscoris) per molti secoli è stata al centro della coltivazione dell’aloe succo trina – una varietà pregiata di aloe – e del suo commercio dal mediterraneo alla Cina. Accanto alla tradizione occidentale, infatti, l’aloe è presente in quella della medicina orientale, dalla Cina al Tibet all’India. La medicina tibetana e quella ayurvedica conoscono una preparazione a base di aloe aquilaria agallocha (un albero della famiglia delle timelacee), la cui corteccia viene usata per medicare ferite, otiti e le patologie dell’occhio. Mediatori fra oriente e mondo mediterraneo, i fenici pare facessero seccare la polpa estratta dalle foglie di aloe in otri di pelle di capra, diventando i maggiori commercianti di aloe nel mondo greco-romano. Anche i romani si accorsero delle virtù terapeutiche dell’aloe. Pedacio Dioscoride, uno fra i maggiori naturalisti greco-romani, vissuto nei I° secolo d.c., descrive le virtù lenitive e cicatrizzanti dell’aloe nel suo trattato “de materia medica”. Nel medioevo, crociati e pellegrini di ritorno dalla terra santa portarono con loro questa piantina prodigiosa, contribuendo a una ripresa di interesse nei suoi confronti.

Nel XII secolo Hildegarda di Bingen scriveva:” il succo di aloe è caldo e ha grande valore per il polmone e l’itterizia”. Gli arabi del resto, che già ne conoscevano le virtù, erano stati in gradi di espanderne la coltivazione fino all’Andalusia, riuscendo ad acclimatarla. Furono però i padri gesuiti, prima spagnoli e poi portoghesi che, alle soglie dell’età moderna, esplorando le nuove terre diffusero la coltivazione della pianta di aloe in tutte le colonie, dall’Africa all’America fino all’Estremo Oriente.