“Essere
sulla terra significa abitare” – Martin Heidegger –
Le civiltà antiche possedevano la capacità di valutare ed
utilizzare le varie forme energetiche attraverso l’opera di abili costruttori
che avevano percepito l’influsso energetico della terra e del cielo sull’essere
umano. Essi rispettavano i cicli naturali, l’armonia dell’universo e
l’ubicazione di ogni costruzione non era casuale bensì era fatta in modo da
attingere, restituire e convogliare l’energia del luogo.
Oggi, qui in occidente,
pensiamo al “feng shui” come uno stile di arredo, tralasciando la spiritualità
che ha permesso il suo sviluppo. Nascono corsi di specializzazione e master per
attingere i segreti più profondi ma il feng shui è uno stile di vita, si
applica ad ogni aspetto della nostra esistenza e non serve alcun attestato che
dimostri questo se non il nostro esempio e il nostro stato di salute.
Il “feng shui” rappresenta bene il punto d’incontro tra arte
e scienza. I massimi interpreti di questa disciplina sentono (to feel)
l’ambiente nel quale sono immersi, si connettono con esso raccogliendone
messaggi e segnali che successivamente vengono rappresentati in base alle
qualità artistiche di ciascuno. A seconda della collocazione geografica il
“feng shui” è conosciuto con nomi diversi, così come i loro interpreti. I più
noti sono gli “sciamani” (coloro che conoscono), i quali raccolgono le
informazioni dall’esterno, osservando i segni attraverso il cielo, le nuvole,
le piante, gli animali ecc, e li traducono in presagi. Mentre lo sciamanesimo è
aperto alle donne, il feng shui è
praticato da soli uomini (dato che il confucianesimo ne vietava la divulgazione
alle donne). Per quanto assurdo possa apparire questa arte è stata bandita
ufficialmente dalla Repubblica Popolare Cinese, ma nonostante questo è ancora
praticata nelle campagne e ad Hong kong, città nella quale le costruzioni
continuano a rifarsi a questa disciplina.
Da sempre, in ogni cultura, in ogni tempo e in ogni luogo,
l’uomo ha sentito l’esigenza di relazionarsi con il territorio di insediamento,
armonizzando la sua opera costruttiva allo specifico e irripetibile carattere
dell’ambiente. Fin dalle origini le opere architettoniche, ispirate alla divina
armonia della volta celeste e alla natura stessa, risultano profondamente
legate alle peculiarità del paesaggio e intrise di riferimenti simbolici. Il
simbolo rappresenta il punto di contatto comune a ogni cultura tra uomo e
natura, tra umano e divino, tra il mondo materiale e la psiche. Ambiente fisico
e individuo sono legati da una relazione sottile, che non passa attraverso lo
stato di coscienza bensì attraverso l’inconscio; essa si esprime mediante il
linguaggio dei simboli, “archetipi antichi quanto l’uomo”. Il simbolo
costituisce il fulcro dell’essere dell’uomo nel mondo e poiché essere sulla
terra significa abitare, la casa, intesa come tramite tra uomo e natura,
possiede una profonda valenza simbolica.
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