sabato 28 settembre 2013

Idroterapia: una pratica terapeutica millenaria

Più giovani e in forma con il metodo Kneipp
Idroterapia applicata


La cultura romana è ricca di testimonianze riguardo l’utilizzo terapeutico dell’acqua grazie all’opera svolta da medici come Galeno ( 129-199 e.v) e Oribasio che introdussero a Roma le conoscenze dei medici Greci.   I romani infatti edificarono numerosi stabilimenti termali tra il 200 e il 300 e.v. all’interno dei quali vi erano vasche, riempite di acqua calda (caldarium), di acqua tiepida (tepidarium) e acqua fredda (frigidarium), all’interno delle quali le persone si immergevano per una ventina di volte dopo aver riscaldato il corpo con esercizi fisici. (Terme di Caracalla, terme di Diocleziano).
Dal periodo post romano fino al 1700 circa molte nozioni di idroterapia e igiene andarono perdute, soprattutto a causa di motivi di carattere religioso.

Dal XVIII° secolo in poi si ritorna a parlare di idroterapia e di coloro che fecero dell’uso dell’acqua un’arte di guarigione. Va ricordato per primo il dott. Sigmund  Hahn che guarì il figlio, il dott.  Sigmund Johann Hahn  da una grave forma di tifo. (Libro: Insegnamento sulla forza e sull’azione dell’acqua fredda sul corpo umano – dott.  S. Hahn 1754)

Vincent Priessnitz  il medico dell’acqua (1799-1851)
Contadino della bassa Slesia (Germania) che passò alla storia come uno tra i più grandi empirici di tutti i tempi.  Osservando il comportamento degli animali egli riuscì a curare se stesso dai postumi di un grave incidente che lo avrebbe fatto rimanere invalido per tutta la vita (rottura delle costole e della colonna vertebrale in seguito alla caduta da un carro). Vincent notò che un cervo ferito si recava ogni giorno alla stessa ora al ruscello per bagnarsi con l’acqua fredda fino alla sua completa guarigione. Fu l’osservazione di questo cervo che stimolò qualcosa in lui che successivamente lo portò al conseguimento di  intuizioni che avevano dell’incredibile. Negli anni a seguire curò migliaia di malati di tutta Europa gratuitamente (circa 40.000 in 30 anni). Benché contrastato fortemente dalla casta dei medici riuscì ad avere la meglio quando gli stessi membri della corte imperiale di Vienna trovarono giovamento nelle sue sale da bagno ricevendo da questi un congruo aiuto per la costruzione di stabilimenti più capienti e moderni a Grafenberg.  Priessnitz sosteneva che le malattie si curano meglio dall’esterno che non dall’interno e che il successo delle terapie non dipendeva dalla malattia del soggetto ma dalla sua capacità reattiva che Vincent riconosceva attraverso la reazione che dava la pelle successivamente all’applicazione di una terapia fredda. La risposta fisiologica dell’organismo alle applicazioni fredde, ovvero la reazione di calore, ha un ruolo decisivo nella comprensione delle capacità terapeutiche.

L’acqua fredda svolge azione benefica solo quando la parte del corpo sulla quale viene applicata è calda; mai applicare freddo su freddo. Quindi non è il freddo che cura bensì il calore prodotto dalla reazione che il freddo dell’acqua origina e l’agente curativo è la natura stessa.
Priessnitz constatò inoltre che le applicazioni di acqua fredda potevano riacutizzare malattie croniche e portare alla loro risoluzione in quanto il nuovo processo infiammatorio poteva essere sciolto ed eliminato. Infatti molte malattie acute mal curate si trasformano in croniche rendendo la guarigione completa molto più difficile da raggiungere. L’unica possibilità di liberarsi completamente dalla malattia consiste nel generare una reazione di riattivazione procurata dalla sudorazione che viene ottenuta da applicazioni di acqua fredda. Non a caso il suo metodo consisteva nell’utilizzo di acqua fredda in compresse, bagni, semicupi, docce e abluzioni. Di fondamentale importanza durante la cura era l’alimentazione che doveva essere semplice e leggera in modo da facilitare e velocizzare la guarigione del corpo.


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