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Idroterapia applicata
La cultura romana è ricca di testimonianze riguardo
l’utilizzo terapeutico dell’acqua grazie all’opera svolta da medici come Galeno
( 129-199 e.v) e Oribasio che introdussero a Roma le conoscenze dei medici
Greci. I romani infatti edificarono
numerosi stabilimenti termali tra il 200 e il 300 e.v. all’interno dei quali vi
erano vasche, riempite di acqua calda (caldarium), di acqua tiepida
(tepidarium) e acqua fredda (frigidarium), all’interno delle quali le persone
si immergevano per una ventina di volte dopo aver riscaldato il corpo con
esercizi fisici. (Terme di Caracalla, terme di Diocleziano).
Dal periodo post romano fino al 1700 circa molte nozioni
di idroterapia e igiene andarono perdute, soprattutto a causa di motivi di
carattere religioso.
Dal XVIII° secolo in poi si ritorna a parlare di
idroterapia e di coloro che fecero dell’uso dell’acqua un’arte di guarigione.
Va ricordato per primo il dott. Sigmund Hahn che guarì il figlio, il dott. Sigmund Johann Hahn da una grave forma di tifo. (Libro:
Insegnamento sulla forza e sull’azione dell’acqua fredda sul corpo umano –
dott. S. Hahn 1754)
Vincent Priessnitz
il medico dell’acqua (1799-1851)
Contadino della bassa Slesia (Germania) che passò alla
storia come uno tra i più grandi empirici di tutti i tempi. Osservando il comportamento degli animali
egli riuscì a curare se stesso dai postumi di un grave incidente che lo avrebbe
fatto rimanere invalido per tutta la vita (rottura delle costole e della
colonna vertebrale in seguito alla caduta da un carro). Vincent notò che un
cervo ferito si recava ogni giorno alla stessa ora al ruscello per bagnarsi con
l’acqua fredda fino alla sua completa guarigione. Fu l’osservazione di questo
cervo che stimolò qualcosa in lui che successivamente lo portò al conseguimento
di intuizioni che avevano dell’incredibile.
Negli anni a seguire curò migliaia di malati di tutta Europa gratuitamente
(circa 40.000 in 30 anni). Benché contrastato fortemente dalla casta dei medici
riuscì ad avere la meglio quando gli stessi membri della corte imperiale di
Vienna trovarono giovamento nelle sue sale da bagno ricevendo da questi un
congruo aiuto per la costruzione di stabilimenti più capienti e moderni a
Grafenberg. Priessnitz sosteneva che le
malattie si curano meglio dall’esterno che non dall’interno e che il successo
delle terapie non dipendeva dalla malattia del soggetto ma dalla sua capacità
reattiva che Vincent riconosceva attraverso la reazione che dava la pelle
successivamente all’applicazione di una terapia fredda. La risposta fisiologica dell’organismo alle applicazioni fredde, ovvero
la reazione di calore, ha un ruolo decisivo nella comprensione delle capacità
terapeutiche.
L’acqua fredda svolge azione benefica solo quando la
parte del corpo sulla quale viene applicata è calda; mai applicare freddo su
freddo. Quindi non è il freddo che cura bensì il calore prodotto dalla reazione
che il freddo dell’acqua origina e
l’agente curativo è la natura stessa.
Priessnitz constatò inoltre che le applicazioni di acqua
fredda potevano riacutizzare malattie croniche e portare alla loro risoluzione
in quanto il nuovo processo infiammatorio poteva essere sciolto ed eliminato.
Infatti molte malattie acute mal curate si trasformano in croniche rendendo la
guarigione completa molto più difficile da raggiungere. L’unica possibilità di
liberarsi completamente dalla malattia consiste nel generare una reazione di
riattivazione procurata dalla sudorazione che viene ottenuta da applicazioni di
acqua fredda. Non a caso il suo metodo consisteva nell’utilizzo di acqua fredda
in compresse, bagni, semicupi, docce e abluzioni. Di fondamentale importanza
durante la cura era l’alimentazione che doveva essere semplice e leggera in
modo da facilitare e velocizzare la guarigione del corpo.
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